Auguri, si riparte
Cari amici e soci de Il Villaggio,
intanto auguri di buone feste, auguri di un buon anno anche a Il Villaggio per i nuovi impegni che ci attendono.
Si è concluso il nostro impegno per il Camerun ed il bilancio è più che lusinghiero.

Si è concluso il nostro impegno per il Camerun ed il bilancio è più che lusinghiero. Proprio in queste settimane, al rientro di Tonino Melis in Camerun, la fattoria di Mayda che tanto abbiamo contribuito a far partire, è stata rilanciata ed ora, con l’appoggio di un agronomo che paghiamo noi come Associazione, una ventina di persone tra giovani e donne del villaggio, lavorano ed imparano a coltivare principalmente per le loro famiglie, ma anche per fare delle vendite ai mercati che si svolgono vicino a Mayda e che abbiamo avuto occasione di visitare nel 2013 quando alcuni di noi siamo stati in Camerun da Tonino.E che dire del Centro Culturale e Museo di cui abbiamo contributo con la costruzione di due delle otto stanze: è diventato in breve tempo non solo un luogo di resistenza alla cancellazione della cultura e dei costumi tradizionali dei Masa, ma anche un luogo dove i giovani possono studiare, usare internet e fare ricerche, incontrarsi, etc.Neppure possiamo essere delusi dai due impianti di piscicoltura; sono entrambi una piccola luce nel buio del sottosviluppo rurale del Nord Camerun; in uno di essi il guardiano, persona carismatica del villaggio, è rimasto ucciso schiacciato da un ippopotamo, un grave incidente, e ciò ha fatto precipitare il progetto con l’anarchia nella gestione dell’allevamento, ma poi, bella notizia, attorno all’impianto, grazie alla raccolta dell’acqua nelle vasche realizzate con annessi pannelli solari, 70 donne di altrettante famiglie dello stesso villaggio, hanno costituito dei piccoli orti ed anche lì si è potuta creare una attività economica, ciò che volevamo per mettere a frutto le nostre donazioni a loro favore.

E poi l’ultimo progetto, quello dell’officina, si è concluso in breve tempo, con la costruzione terminata dei due locali officina, l’acquisto delle attrezzature di carpenteria e la piccola cooperativa degli artigiani carpentieri è già al lavoro da mesi, prima ancora che finissero del tutto la costruzione che vedete nelle foto allegate, a Yagoua, nella cittadina dove risiede anche Tonino e dove c’è anche il Centro Culturale e Museo del Logona.

Proprio in queste settimane, al rientro di Tonino Melis in Camerun, la fattoria di Mayda, che tanto abbiamo contribuito a far partire, è stata rilanciata. Ora, con l’appoggio di un agronomo che paghiamo noi come Associazione, una ventina di persone tra giovani e donne del villaggio, lavorano ed imparano a coltivare principalmente per le loro famiglie. Il surplus viene venduto nei mercati che si svolgono vicino a Mayda e che abbiamo avuto occasione di visitare nel 2013 quando alcuni di noi sono stati in Camerun da Tonino. E che dire del Centro Culturale e Museo di cui abbiamo contributo con la costruzione di due delle otto stanze: è diventato in breve tempo non solo un luogo di resistenza alla cancellazione della cultura e dei costumi tradizionali dei Masa, ma anche un luogo dove i giovani possono studiare, usare internet e fare ricerche, incontrarsi, etc. Neppure possiamo essere delusi dai due impianti di piscicoltura; sono entrambi una piccola luce nel buio del sottosviluppo rurale del Nord Camerun; in uno di essi il guardiano, persona carismatica del villaggio, è rimasto ucciso schiacciato da un ippopotamo. Un grave incidente, e ciò ha fatto precipitare il progetto in una anarchica gestione dell’allevamento. Ma ma poi, bella notizia, attorno all’impianto, grazie alla raccolta dell’acqua nelle vasche realizzate con annessi pannelli solari, 70 donne di altrettante famiglie dello stesso villaggio, hanno costituito dei piccoli orti ed anche lì si è potuta creare una attività economica, ciò che volevamo per mettere a frutto le nostre donazioni a loro favore.

Per ora il nostro progetto in Camerun si può considerare concluso e siamo grati a Tonino non solo per aver fatto da splendido interfaccia e realizzare tutte le cose che con lui ci eravamo prefissati di fare, ma anche perchè ogni volta ha speso sempre meno di quanto preventivato e così realizzando molte più cose (in ultimo anche un impianto di produzione di birra locale, col sorgo).
Il 2019 ci vedrà impegnati, invece, nell’appoggio alla costruzione di Casa Nazaret, una struttura laica di ospitalità per detenuti ed ex-detenuti, a San Sperate, con casa e azienda ortofrutticola biologica coordinata da Vincenzo Alastra (con lunga esperienza di ex-direttore carceri che gli ha fatto maturare proprio l’idea che occorre una misura alternativa al carcere per il reinserimento sociale e culturale dei detenuti una volta scontata la pena. Il progetto completo prevede un investimento di circa 100.000 euro di cui una buona parte con contributo regionale ed una più piccola parte (circa 40.000 euro) a carico della Casa Nazaret. Qui si inserisce il nostro impegno: far sì che almeno la metà di questi 40.000 euro siano offerti dalla nostra Associazione in modo da alleggerire la quota che Casa Nazaret, con il reddito che produrrà in azienda, possa pagare come rata del mutuo per l’investimento previsto. Casa Nazaret sarà, in realtà, un centro aperto alla società civile, al mondo delle associazioni, alle scuole, per condividere la cultura della solidarietà e dell’inclusione in tempi in cui la parola d’ordine “prima gli italiani” sta seminando odio e discriminazione anche verso le fasce più deboli della società italiana, non solo contro i migranti, scelti come naturale sbocco delle paure e della volontà di cercare sempre un nemico.
Sono passati 10 anni dalla scomparsa di un nostro amico; dieci anni da che abbiamo reagito costruendo una aggregazione per fare solidarietà e cooperazione. In questi dieci anni sono accadute tante cose, sono nati nuovi bambini, abbiamo perso diversi amici e alcuni genitori; molti tra i più giovani hanno iniziato una vita di coppia, non siamo più gli stessi di dieci anni fa, ma vogliamo continuare nell’amicizia e nella voglia di fraternità con i più deboli. E’ possibile farlo e lo faremo ancora.
Nei prossimi mesi ci attendono nuovi appuntamenti:
- una serata di solidarietà con il Camerun e con Casa Nazaret che faremo alla Collina di Serdiana, da Ettore Cannavera, con un piccolo convegno al quale contiamo di far partecipare Luigi Manconi, senatore della scorsa legislatura, paladino dei diritti civili
- un incontro a San Sperate per presentare nel dettaglio il progetto di Casa Nazaret e visitare la struttura già esistente coordinata da Vincenzo Alastra.
A presto.
Un abbraccio.Ignazio Ps: ricordo a tutti, soci ed amici, che Il Villaggio vive con le quote che ciascuno di noi sottoscrive, siano le quote annuali (25 euro per chi lavora o è pensionato e 10 euro per gli altri), siano donazioni di qualunque importo, sia la diffusione tra i propri amici delle nostre iniziative.